venerdì 12 ottobre 2007

Una pappa contro la malnutrizione

di Marinella Correggia
Fonte: www.ilmanifesto.it

Nel 2002, in Angola, l'organizzazione Medici senza frontiere (Msf) riuscì a trattare in 4 mesi di totale urgenza diecimila bambini in stato di malnutrizione grave, in pericolo di vita. Ai centri allestiti da Msf ne arrivavano molti di più ai centri, ma per somministrar ogni poche ore latte da diluire e micronutrienti era necessaria l'ospedalizzazione e, semplicemente, non c'erano posti né personale a sufficienza. Qualche anno dopo, nel 2006 in Niger, con un numero inferiore di addetti e con costi inferiori, Msf ha potuto recuperare dalla malnutrizione grave, in un analogo periodo, oltre 60mila bambini.

Cos'era cambiato? In una battuta, il fatto che la somministrazione dell'alimento terapeutico è passata dagli ospedali alle case, dalle mani dei medici a quelle di ogni mamma che abbia un bambino malnutrito fra i sei mesi e i tre anni (nei primi mesi dalla nascita, l'alimento più completo e adatto è il latte materno, ça va sans dire). Questo passaggio prima non pareva proponibile: il latte in polvere va diluito e in situazioni di emergenza l'acqua è un pericolo ulteriore; va addizionato di vitamine e minerali e ciò richiede una struttura; gli alimenti tradizionali o le farine degli aiuti alimentari, sia pur arricchite, possono non essere sufficienti nella malnutrizione grave, e sono difficili da conservare.

La rivoluzione che assomiglia a un uovo di Colombo è chiamata «alimento terapeutico pronto all'uso» (Ruft, ready to use therapeutic food). Ieri Msf, che come altri operatori di emergenza ne fa uso da anni, lo ha mondialmente lanciato all'attenzione dei governi «donatori» (virgolette d'obbligo) e delle agenzie dell'Onu in cinque città. Il Ruft standard è una gustosa pasta concentrata in pacchetti monodose giornalieri da 500 calorie ed è direttamente somministrabile al bambino, senza diluizioni né cotture. Contiene tutti gli elementi nutritivi essenziali per trattare la malnutrizione grave: un mix di arachidi africane, latte, grassi vegetali arricchito vitamine e minerali. In qualche settimana rimette in carreggiata un bimbo al costo totale di circa 30 euro.

Sostiene Msf che «gli alimenti terapeutici pronti all'uso vanno considerati come un farmaco essenziale e per questo devono essere resi disponibili a tutti coloro che ne hanno urgente bisogno». In effetti sia l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che l'Unicef ne raccomandano l'uso in caso di malnutrizione grave. Ma dei venti milioni di bambini gravemente malnutriti che popolano il mondo, per ora solo il 3 per cento ha accesso alla «pappa magica». Per non dire degli under 5 che sono in stato di malnutrizione per così dire «moderata», sulla quale però occorrerebbe intervenire per evitare che diventi «acuta». Msf l'ha fatto in un distretto del Niger che era fra i più malnutriti, con ottimi e subitanei risultati.

Per questa formula non c'è, come per i più noti farmaci - ad esempio per curare l'Aids - un problema di brevetti. La pappa è sì brevettata, ma la piccola casa produttrice francese oltre a dare a buone condizioni la possibilità di produrla in franchising (già avviene in diversi paesi africani), permette anche a organizzazioni non profit di copiarla. Ma la pappa costa, soprattutto per il prezzo del latte (forse occorrerebbe trovare un ingrediente sostitutivo). Per trattare tutti i bambini ci vorrebbero 750 milioni di euro l'anno: quanto speso per la befana 2007 in Italia; o meno di un millesimo delle spese per armamenti; o un centesimo delle sovvenzioni europee al settore aereo.

Le mamme dei bambini malnutriti moderati o gravi non hanno quei trenta euro. Msf chiede che questo alimento terapeutico sia sovvenzionato dalla comunità internazionale. Ogni anno nel mondo 5 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni - la metà del totale per quella fascia di età - muoiono per patologie legate alla malnutrizione. Se trenta euro sembran tanti....