mercoledì 23 marzo 2011

Rosi Bindi e il PD all’attacco: una rispettabile frustrazione è quello che ci vuole

divertentissimo da Propaganda Nera

“E’ inaccettabile che il Presidente del Consiglio compia atti sessuali con ragazze, anche minorenni, tralasciando il dovere di mantenere un comportamento rispettoso dei basilari principi etici che governano le nostre coscienze obnubilate da una morale sessuofobica fondata sull’esaltazione della nevrosi, della rinuncia e della frustrazione.”

Questo uno dei passaggi essenziali dell’intervista ancora in corso con la senatrice del PD Rosi Bindi dopo le indiscrezioni uscite poco fa in anteprima su Propaganda Nera.

Secondo la Bindi, al di la del reato penale il vero scandalo non sarebbe l’ipocrisia di un Presidente del Consiglio che si atteggia a difensore e referente politico di un’etica inconciliabile con l’andare a troie, bensì il fatto che un ultrasettantenne come Berlusconi si senta più attratto dalle strafighe ventenni e diciassettenni che dall’assai più rispettabile culo avvizzito di una sua coetanea.
Noi di PN naturalmente ci dissociamo all’omelia della senatrice Bindi, che a differenza di Berlusconi è senz’altro un modello sessuale sano e da emulare ma che tuttavia dimentica, come del resto tutti coloro che commentano questa vicenda, un fatto essenziale: che cosa dovremmo pensare di un Presidente del Consiglio che con tanto potere e denaro a disposizione, potendo realizzare qualsiasi fantasia erotica, non trova niente di meglio che organizzare squallide serate in stile papponi-night?
Da un Presidente del Consiglio che avrebbe i mezzi per trasformare in realtà anche le ambizioni più brillanti e bizzarre della libido umana, che potrebbe far rivivere i saturnali o affittare interi palazzi sul Canal Grande per organizzare orge degne di Eyes Whide Shut o delle fantasie di Sade, che potrebbe accoppiarsi in una fontana d’oro spillante champagne Cristal e viagra con suore novizie fatte arrivate in volo privato dal Brasile mentre il ministro della Cultura viene frustato da un nano albino che recita la divina commedia seduto su una liceale giapponese che costruisce origami fallici; da un uomo che potrebbe realizzare qualsiasi sogno (e se non ha sogni pagare Peter Greenaway per farne uno e sceneggiarlo al posto suo) possiamo tollerare che non riesca ad organizzare niente di meglio, niente di meno antiestetico e patetico di serate con venti battone in mutande che si fanno toccare il culo da Emilio Fede e Lele Mora ballando “que te la pongo”?

Link originale :http://propagandanera.splinder.com/post/24226854/rosi-bindi-e-il-pd-allattacco-una-rispettabile-frustrazione-e-quello-che-ci-vuole


Edgar Cayce

da Luogo Comune

Passato alla storia come il “profeta dormiente”, Edgar Cayce (pronuncia: “chèisi”) è molto conosciuto negli ambienti che si occupano di spiritualità e di argomenti metafisici, ma è praticamente ignoto al resto del mondo.

Il motivo è molto semplice: poichè Cayce sosteneva di “saper vedere nelle vite passate” delle persone, e poichè questo non è verificabile in maniera scientifica, per la cultura mainstream il fatto semplicemente “non sussiste”. Altrettanto dicasi per le predizioni del futuro, che Cayce ha fatto più volte, ma che restano difficili da confermare o da smentire, poichè raramente legate ad una data precisa. L’esempio più famoso è certamente quello in cui Cayce indicò l’esistenza di una stanza sigillata sotto la zampa della Sfinge, nella quale sarebbero racchiusi i segreti lasciatici in eredità dagli Atlantidei, la razza umana che – secondo alcune teorie - avrebbe preceduto la nostra su questa terra. Per ora la stanza non è stata trovata (anche se un team di ricercatori sostiene di aver individuato una cavità vuota, con il sonar, proprio sotto la Sfinge), ma Cayce disse anche che la stanza sarebbe stata aperta “solo quando l’umanità fosse stata pronta a comprendere il significato di ciò che contiene”. Insomma, chi vuole ovviamente ci può credere, ma queste cose sembrano a prima vista destinate a restare relegate al mondo della “superstizione”.

In realtà la documentazione sulla vita di Edgard Cayce è abbondantissima, e da questa si possono trarre molte conclusioni valide ed accertabili. [1]

Nato nel 1877 nelle campagne del cristianissimo Kentucky, Edgar Cayce si accorse fin da piccolo di avere dei particolari poteri psichici: poteva parlare a piacimento con lo spirito del nonno defunto – sosteneva - e spesso si ritrovava a giocare con piccoli “amici immaginari” che lui diceva essere spiriti dell’aldilà.

Quando Cayce aveva 14 anni fu colpito alla spina dorsale da una pallina da baseball, e rimase svenuto per diverse ore. Fu chiamato un dottore, ma il piccolo Edgar non rinveniva. Continuava a straparlare, come se fosse in trance, e ad un certo punto dettò una strana ricetta per un impacco che doveva venirgli applicato sulla schiena. La ricetta era talmente bizzarra ...

... che il dottore non pensò minimamente di far preparare l’impacco, mentre tutti iniziavano a temere che il ragazzo fosse impazzito. La nonna di Edgar invece preparò l’impacco, seguendo le istruzioni dettate dal ragazzino “in trance”, e questi in poche si rialzò, completamente guarito.

La prima cosa che lo rese “famoso”, nella cittadina dove abitava, fu la sua capacità di dormire con un libro sotto il cuscino, e di saperne recitare l’intero contenuto il giorno seguente, senza mai averne aperto una sola pagina.

Questo fenomeno attrasse la curiosità di molti “scettici”, che misero Cayce alla prova svariate volte, ma solo per convincersi ogni volta che si trattasse davvero di una sua capacità particolare. Fu proprio questa capacità a regalare al giovane Edgar il primo impiego nella più importante libreria della città, poichè si era dimostrato in grado di memorizzare senza fatica l’intero catalogo dei libri disponibili. Gli era bastato dormire con il pesante catalogo sotto il cuscino, ed il giorno seguente sapeva a memoria la collocazione, l’editore e l’autore degli oltre 1000 volumi disponibili al pubblico.

Per capire meglio l’avventura umana di Edgar Cayce, bisogna tener presente che gli anni a cavallo del ‘900 videro, in America, una vera e propria esplosione nell’interesse per i fenomeni paranormali: maghi, ipnotizzatori e veggenti di ogni tipo si aggiravano per le città e per le campagne, intrattenendo un pubblico facilmente impressionabile con i loro spettacoli e i loro trucchi da baraccone. Fra questi mille ciarlatani c’era però anche qualcuno che aveva preso a studiare seriamente certi fenomeni, come quello dell’ipnosi. Il fatto che si riuscisse a far fare ad un soggetto ipnotizzato praticamente qualunque cosa rappresentava, per la maggioranza di loro, una sicura fonte di successo: non è difficile far schiattare il pubblico dalle risate, se convinci un soggetto sotto ipnosi di essere Beethoven, e poi gli chiedi di suonare il pianoforte, nonostante lui non abbia mai toccato una tastiera in vita sua. Per altri invece, dottori soprattutto, lo stato di ipnosi rappresentava l’indicazione dell’esistenza di un intero universo - quello dell’inconscio - ancora tutto da esplorare.

Ed è propio grazie ad uno di questi dottori, Al Layne, che Edgar Cayce venne a scoprire il talento eccezionale di cui la natura lo aveva dotato..


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