giovedì 26 marzo 2009

La bozza di Disegno di Legge del senatore Franco Orsi: una lista di vergogne senza fine

Il Disegno di legge del senatore Franco Orsi: una lista di orrori senza fine.
Dal Senato della Repubblica parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, ai parchi, alla nostra stessa sicurezza: un disegno di legge di totale liberalizzazione della caccia. E’ firmato dal senatore Franco Orsi.
Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, abbattimenti di orsi, lupi, cani e gatti vaganti e tante altre nefandezze.
La legge 157/1992, l’unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere fatta a pezzi.
Fermiamoli!!!
Ecco la lista degli orrori.
Sparisce l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna.L’Italia ha un patrimonio indisponibile, che è quello degli animali selvatici, alla cui tutela non è più interessato!
Scompare la definizione di specie superprotette.Animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale.
Si apre la caccia lungo le rotte di migrazione.Un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori.
Totale liberalizzazione dei richiami vivi!Sapete cosa sono i richiami vivi? Gli uccelli tenuti “prigionieri” in piccolissime gabbie per attirarne altri. Già oggi questa pessima pratica è consentita, seppure con limitazioni. Ma il senatore Orsi vuole liberalizzarla totalmente
Sarà possibile detenerne e utilizzarne un numero illimitato.Spariranno gli anelli di riconoscimento per i richiami vivi. Sarà sufficiente un certificato. Uno per tutti!!!Tutte le specie di uccelli, cacciabili o non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi. Anche le peppole, i fringuelli, i pettirossi…
700 mila imbalsamatoriI cacciatori diventeranno automaticamente tassidermisti, senza dover rispettare alcuna procedura. Animali uccisi e imbalsamati senza regole. Quanti bracconieri entreranno in azione per catturare illegalmente animali selvatici e imbalsamarli?
Mortificata la ricerca scientificaL’Autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali.Gli istituti regionali rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria.Potenziale impossibilità di effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale.
Si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili.Un’incredibile formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette!
Saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale!Norma offensiva! Chi protegge “troppa” natura sarà punito. Come se creare parchi dove la gente e gli animali possano vivere e muoversi sereni, fosse un reato!
Licenza di caccia a 16 anni.Invece che educare i ragazzi al rispetto, ecco a voi i fucili!
Liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti eccetera!Un articolo incredibile, che dà a i sindaci poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee. Basterà che un singolo animale “dia fastidio”.Un vero e proprio Far West naturalistico.
Leggi regionali per cacciare specie non cacciabili.Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell’Unione europea, non sono bastate due sentenze della Corte Costituzionale. Il senatore Orsi regalerà a Veneto e Lombardia, ovvero agli ultrà della caccia, la possibilità di continuare a cacciare specie non cacciabili, e di farlo con leggi regionali. E le multe europee le pagheremo noi!
Caccia con neve e ghiaccio.ìSi potrà cacciare anche in presenza di neve e ghiaccio, cioè in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore.
Ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli!Puro medioevo! Le civette legate per zampe e ali e utilizzate come esca!
Ridotta la vigilanza venatoria.Le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza! Nel Paese con il tasso di bracconaggio tra i più alti d’Europa, cosa fa il Senatore Orsi? Riduce la vigilanza!
Cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale.Le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa.
E altro, tanto altro ancora.
Fermiamoli!!!
Evitiamo che l’Italia precipiti in questa forma di barbarie. La natura è la nostra vita.
Fermiamoli!!!
La lista degli orrori della bozza di legge Orsi sulla caccia
Firma la petizione per stoppare questo scempio! IL LINK:http://www.baseverde.org/petizioni/petizione-bozza-legge-orsi-caccia/

giovedì 12 marzo 2009

Brunu Vespu e Pigu Battistu

di Marco Travaglio

Per due sere di fila, Porta a Porta ha processato i due rumeni che non hanno commesso lo stupro della Caffarella. Appena usciti dal tribunale, avvocati e poliziotti si trasferivano al TeleRiesame per proseguire il dibattito, anzi il dibattimento, spiattellando verbali a favore di telecamera. Vespa trasmetteva il filmato della confessione (poi ritrattata) del “biondino” e domandava perché mai uno dovrebbe accusarsi di un reato che non ha commesso. Poteva chiederlo a David Mills, ma lui non si occupa di queste inezie. Già, che accadrebbe se circolasse il video-interrogatorio di Mills (18-7-2004) e qualcuno lo trasmettesse, come ha fatto Vespa con quello di Alexandru Loyos (18-2-2009)? Saremmo sommersi di strilli contro la gogna mediatica, la violazione della privacy e del segreto (che su atti depositati non esiste). Invece, trattandosi di rumeni, silenzio di tomba: l’insetto ha detto che il video “è stato messo a disposizione nostra e degli altri organi d’informazione”, senz’aggiungere che la legge-bavaglio Al Fano, da lui più volte applaudita, gli avrebbe vietato non solo di mostrarlo, ma anche di parlarne. Pena la galera. Per fortuna, a denunciare la l’”ossessione forcaiola”, la “ghigliottina mediatica” che fabbrica “mostri in effige” (sic), rammentando la sacra “presunzione d’innocenza”,ha provveduto Pigi Battista in un vibrante fondo sul Corriere. Anzi no, mi dicono che queste parole Battista le ha scritte per Mastella, Del Turco, D’Alfonso e Margiotta, peraltro mai scagionati. Per Mastellu, Del Turcu, D’Alfonsu e Margiottu, c’è tempo.

da l'Unita
12/03/09

In Irlanda

di Alessandro Cisilin –

da «Galatea European Magazine» di aprile

Chissà se qualche prezzolato autore degli astrusi modelli econometrici, che hanno spiegato per decenni come la compressione dell'offerta monetaria e dei salari a andasse infine magicamente a vantaggio dei lavoratori stessi, ora sarà capace di fare uno più uno. Chissà quando si esauriranno le descrizioni della crisi come una furia cieca mentre invece ci vede benissimo.

Chissà se si prenderà coscienza in tempo che la recessione sta colpendo soprattutto i paesi che hanno demolito di più le garanzie salariali e di welfare, a cominciare da Stati Uniti, Islanda, Est europeo e isole britanniche, con menzione particolare per la celebratissima “tigre celtica”. I ceti popolari irlandesi se ne sono accorti, e alle ultime misure “anti-crisi” hanno risposto invadendo le piazze con numeri sconosciuti nel paese da almeno trent’anni.Erano centocinquantamila a sfilare per le strade di Dublino lo scorso 21 febbraio, su iniziativa dell’Irish Congress of Trade Unions, la prima di una catena di mobilitazioni che sta mettendo in serio imbarazzo il governo di Brian Cowen, inducendolo a ripetuti appelli all’opposizione a unirsi in un esecutivo di unità nazionale. Obiettivo, mettere al riparo dalle agitazioni i suoi “Soldati del Destino”, come si traduce dal gaelico il Fianna Fàil, fondato quasi un secolo fa su posizioni progressiste, poi schiacciatosi al centro per tenersi al governo lungo un lasso di circa mezzo secolo.

La protesta è esplosa alla notizia dell’ennesima “terapia d’urto” annunciata dal governo. L’urto consiste non in un’immissione di liquidità nell’economia reale o nelle tasche dei lavoratori, bensì all’opposto in un ulteriore, drastico taglio. Il taoiseach ha annunciato una decurtazione della spesa pubblica di almeno due miliardi entro quest’anno, addirittura quindici entro il 2010. Da reperire dove? Nelle tasche dei duecentosessantamila dipendenti pubblici e delle famiglie, naturalmente. Viene prospettata una riduzione dei sussidi per i figli più piccoli e un ribasso addirittura del sette per cento nelle retribuzioni, pari a una perdita media in busta paga stimata a quarantatre euro settimanali.«È un attacco di classe», accusa il sindacato, che nota come «all’un percento più ricco della popolazione non viene invece chiesto alcun sacrificio».

In effetti si tratta oggettivamente di un nuovo trasferimento di risorse da un ceto all’altro, considerando che negli stessi giorni in cui venivano formalizzati gli “inevitabili sacrifici salariali”, il governo concedeva aiuti da ben sette miliardi di dollari per rimpinguare le casse dell’Allied Irish e della Bank of Ireland, mentre i parlamentari godevano dell’ennesimo scatto nelle proprie indennità, cresciute negli ultimi quattro anni del sessantacinque per cento.Quella del taoiseach non è del resto solo una strategia di bilancio. È in gioco una politica economica, in fondo la stessa del cosiddetto boom dell’ultimo quindicennio: rendere competitive le esportazioni sacrificando gli stipendi. Con la crisi, nessuna virata, anzi si estremizza il concetto, a scapito anche dei dipendenti del settore privato.

Lo scorso settembre un tavolo con le parti sociali, poi abbandonato dai sindacati, ha praticamente azzerato la contrattazione collettiva, lasciando i lavoratori al ricatto aziendale del taglio in luogo del licenziamento, concetto aggravato dall’ipotesi, prospettata nelle scorse settimane dal governo, di una riduzione del salario minimo, fissato a poco più di otto euro.Con la politica dei tagli fiscali è salito negli anni scorsi non solo l’export e i capitali stranieri, ma anche la domanda interna, spiegano gli apologeti della Tigre Celtica. Vero, salvo che quell’ultima (moderata) crescita era spinta dalle carte di credito e dalle altre forme di indebitamento, non dagli stipendi reali, decurtati dai tagli paralleli ai servizi pubblici.

La crisi non è il risultato di una “finanza cattiva”, da distinguere dalla “buona”, ma dall’esplosione della povertà, di cui l’Irlanda del boom, tra gli elogi delle agenzie di rating, era leader europeo. «I ricchi non hanno condiviso la loro ricchezza, ora chiedono a noi di pagare la loro crisi», scandiscono per le strade di Dublino insegnanti, infermieri, poliziotti, spazzini, pompieri.