sabato 20 ottobre 2007

E bravo Walter!

di Giulietto Chiesa,
Megachip

E bravo Walter! Si conclude con successo il traghettamento al centro di una parte abbastanza consistente, non tutta, ma non poca, dell'elettorato di sinistra. Il grosso di quello che fu il Partito Comunista Italiano - quello caduto dal Muro di Berlino e, prima ancora, quello sconfitto militarmente dal rapimento e uccisione di Aldo Moro e dei cinque uomini della sua scorta - finisce dentro un progetto di democrazia americana, di gestione della "necessità" thatcheriano-blairiana, di subalternità all'Impero e di partecipazione alle guerre del presente e del futuro.
Un'operazione brillante, cullata dalla grande borghesia "progressista" italiana per togliersi dai piedi l'ingombro di Berlusconi, ormai impresentabile nel quadro internazionale (come lo fu Boris Eltsin al termine della sua carriera) e per sostituirlo con un gestore più morbido - ma perfino più ligio ai desiderata padronali - dei conflitti sociali marginalizzati di una società che deve essere pacificata. E, nel caso non lo sia, di una società che dovrà credere a tutti i costi di essere stata pacificata.
Per questo servirà un sistema mediatico, ovviamente privatizzato (perchè la Trimurti del nuovo Partito Democratico è quella che Riccardo Petrella ha brillantemente descritto come TUC, Teologia Universale Capitalista, composta di privatizzazione, liberalizzazione, deregulation) ma compatto nel levare inni e nel distribuire circenses e notti bianche a gogo.
Il traghettamento è avvenuto con una duplice, plebiscitaria votazione: una specie di uno-due pugilistico realizzato in una sola settimana. Prima i cinque milioni di votanti che hanno detto sì al welfare di imprenditori, sindacati e governo. Poi i tre milioni abbondanti che hanno ridetto sì al Partito Democratico e a Walter in persona, tra i cori osannanti di tutti i maggiori quotidiani padronali e di tutti i telegionali governativi.
In tal modo facendo gridare commentatori di ogni collocazione (salvo alcuni rari rompiscatole, ma per questo fuori gioco) alla spettacolare maturità dei lavoratori e dei consumatori italiani.
Vogliamo forse negare il carattere "storico" di un tale sussulto democratico? Vogliamo forse negare che le due consultazioni hanno dimostrato una straordinaria "voglia di partecipazione"?
Noi non vogliamo.
Ma vorremmo andare a guardare meglio dentro questo entusiasmo generale, che era già nell'aria addirittura prima del voto. Tanto impregnava l'aria che dava l'idea di una micidiale manipolazione mediatica. E, del resto, se di democrazia americana si tratta, come evitare che essa sia manipolata mediaticamente?
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