lunedì 3 marzo 2008

Vergogna Esselunga

Esselunga torna al secolo scorso
da www.precaria.org

Il 2 febbraio 2008 una cassiera dell'Esselunga di via Papiniano è costretta a rimanere alla cassa in attesa di un cambio di turno nonostante un impellente bisogno di andare al bagno, fino a quando, umiliata, non può fare altro che pisciarsi addosso. Dopo questo episodio, la cassiera denuncia quanto avvenuto, ma a parte gli articoli di colore, nessuno si preoccupa. Tranne i suoi datori di lavoro, che il 28 febbraio pomeriggio hanno pensato bene di mandarle un messaggio inequivocabile: un energumeno l'ha aspettata nello spogliatoio del personale, le ha messo un bavaglio in bocca, picchiandola e intimandole che "aveva parlato troppo".

Sabato 1 marzo duecento persone hanno manifestato di fronte al supermercato dove lavora la donna, ma solo due delle novanta colleghe hanno partecipato allo sciopero indetto dai confederali (fonte: Repubblica). Chi ha aspettato fino ad ora per preoccuparsi, è bene che cambi idea in fretta.

Che i supermercati Esselunga non fossero un paradiso si sa da tempo. Che il loro proprietario, il prode e littorio Caprotti non fosse proprio un libertario anche questo è cosa nota, nonostante le arie da liberale tradito che ha cercato di darsi pubblicando un libello contro le Coop (che per carità nessuno vuole difendere, ci mancherebbe). Ma quello che sta accadendo nel supermercato di via Papiniano a Milano ha dell'incredibile, e solo un cieco potrebbe fare finta di non vedere i prodromi di un rigurgito di metodi e pratiche che tutti speravamo appartenere al passato.

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