domenica 24 agosto 2008

Il licenziamento del ferroviere che ha parlato deve essere revocato

di Domenico d’Amati
Articolo21

Due moderni treni delle nostre ferrovie si sono spezzati in due, uno dopo l’altro, nel giro di una settimana, in circostanze e con modalità analoghe. Un dipendente dell’azienda ha detto ciò che la generalità degli utenti si è ritenuta autorizzata a pensare, vale a dire che ci deve essere stato un difetto di manutenzione. E’ stato prontamente licenziato dopo avere subito un procedimento disciplinare, con l’addebito di avere leso l’immagine dell’azienda con affermazioni non veritiere. Secondo le Ferrovie si sarebbe trattato di errori del personale o di difetti di fabbricazione improvvisamente emersi. A parte l’ovvia considerazione che le giustificazioni addotte dai dirigenti dell’azienda, anche se risultassero fondate, non varrebbero ad esonerarli dalle loro responsabilità per questo singolare spezzatino, questo episodio è valso a spiegare, con un esempio molto concreto, perché la prevenzione degli infortuni sul lavoro, nonostante i rituali proclami in occasione dei funerali delle vittime, nel nostro paese non funziona. Continua su Articolo21